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SANTUARIO DEL SS. CROCIFISSO

 

Nei pressi di una pubblica fontana, detta del Calcaticcio dal nome della contrada, sorgeva una piccola edicola, una “pintura”, in cui era effigiata sul muro una Immagine di Cristo che si erge da un sepolcro, con ai lati due angeli che reggono alcuni strumenti della passione.


Si ritiene risalesse alla prima metà del 1400; è una delle tante edicole sparse nel territorio: alcune furono erette come voto contro la peste, altre come segni di protezione divina per viandanti e pellegrini che percorrevano le nostre contrade.


Il 29 agosto 1639 il consiglio comunale deliberò di cedere l’Immagine del Crocifisso alla Confraternita della Pietà, che ne aveva fatto richiesta, perché la restaurasse. Si era intanto diffusa la voce che il Crocifisso dispensasse molte grazie, per cui si assistette ad un risveglio di devozione e ad un più intenso afflusso di persone, sia moglianesi che forestiere. La Confraternita, grazie anche alle numerose offerte, si attivò subito non per restaurare la “pintura”, ma per costruire una nuova chiesa a pochi passi dall’edicola e un po’ più in alto sul declivio del colle.


La chiesa venne aperta al culto il 27 maggio 1641 ad opera di mons. Rinuccini, vescovo di Fermo. Venne scelta come sua propria festa quella dell’Ascensione, e si riuscì ad ottenere per tale solennità l’indulgenza plenaria, concessa da papa Innocenzo X; aveva luogo nei prati adiacenti un piccolo mercato.Ma un fatto portentoso riaccese l’interesse e la devozione verso il nostro Crocifisso.

Si legge in una deposizione giurata: “Nel giorno 9 giugno 1809 alle ore 5 pomeridiane (festa del S. Cuor di Gesù) due pastori, pascolando l’armento vicino alla chiesa, uno chiamato Francesco, figlio di Luigi Illuminati, e l’altro Vincenzo, figlio di Domenico Renzi, il primo dell’età di 14 anni e il secondo di anni 7, mossi dalla voce che non ci stava più il Crocifisso, corsero ad affacciarsi alle due basse finestre, laterali alla porta maggiore, munite di ferrate, giacché erano chiuse le due porte della chiesa, e viddero che il telo soprapposto all’Immagine era appoggiato avanti alla mensa dell’altare, e la coperta, come sopra bollata, raggruppata e ripiegata sopra l’indicata tavola, onde la S. Immagine restava del tutto scoperta.”

Il miracoloso scoprimento segnò una svolta: l’accorrere dei devoti crebbe a dismisura e ancor più crebbero le grazie che venivano dispensate.

Il vicerè d'Italia Eugenio di Beauharnais emanò da Milano un decreto con il quale la chiesa del Calcaticcio era equiparata a tutti gli altri Santuari del Regno.

Venne chiamato il concittadino architettto e pittore Giuseppe Lucatelli, perché assumesse l’impegno di realizzare opere di pittura con sei pregevoli tele raffiguranti la Vergine, S. Giovanni Evangelista e quattro Angeli con in mano gli strumenti della passione.
Il 14 settembre 1813 ebbe luogo la solenne cerimonia presieduta da mons. Gio. Francesco Guerrieri, vescovo di Atene e vicario di Fermo, alla presenza di tutto il clero moglianese e di una immensa folla di fedeli. Da allora moltissime persone hanno continuato a frequentare il nostro Santuario: in questi ultimi due secoli ci sono stati momenti di maggiore o minore afflusso, ma la devozione al Crocifisso di Mogliano non è mai venuta meno.